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Addormentata. Assopita nel lento trascorrere del tempo.
Vagava nella mente, riposava trai pensieri.
Gemeva dietro alte mura di vetro lanciando il grido di un silenzio senza voce.
Assetata placava il suo bisogno attingendo dalle vene in cui scorreva.
Affamata, l'anima cui tendeva, nutriva la sua brama.
Liberta' era il cielo per cui si struggeva.
Un bagliore divino violo' quella dimora cristallina.
E la quiete taciturna si fece canto d'usignolo.
POESIA. Finalmente fu poesia.
Lampo di luce, musa ispiratrice.
Estro eterno rimarra' quello splendore,
come uno specchio in cui cercare la mia immagine,
come fonte cui attingere la mia vera essenza,
eterno anche ora e domani che nel buio di un ricordo e' spento il suo folgore.
Kshamati
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